“FOOD DEFENSE” COSA SIGNIFICA?

Food defense: un concetto importante in parole semplici

Se vogliamo partire direttamente dalla definizione, il termine “Food Defense” è usato dalla normativa degli Stati Uniti d’America, per definire le attività connesse alla protezione delle derrate alimentari da atti intenzionali di contaminazione biologica, chimica, fisica e radiologica.

Il concetto di Food Defense in una moderna azienda alimentare dovrebbe invece avere la medesima importanza del concetto di sicurezza alimentare. Entrambi i processi, che sono alla base sia di un piano per la valutazione dei rischi igienico-sanitari sia di un piano per la difesa del prodotto, seppur con due approcci metodologici molto differenti convergono su un unico obiettivo: quello di garantire la sicurezza, legalità, qualità e autenticità del prodotto.

La Food Defense è un processo composto da una serie di attività finalizzate alla protezione dei prodotti alimentari da adulterazioni intenzionali e sabotaggi realizzati con lo scopo di creare danni alle aziende e alla salute dei cittadini.

Spesso il principale obiettivo di tali azioni non è di danneggiare il singolo consumatore bensì di indebolire il brand o screditare un mercato. Altre volte, invece, si rivolge a una specifica fascia di consumatori.

L’approccio migliore alla problematica è senza dubbio quello volto alla tutela del consumatore, a prescindere dal mercato di destinazione del prodotto. Oggi è chiaro che il problema della difesa del prodotto è reale e possibile. In un mercato interconnesso e globalizzato come quello attuale nessuno può davvero sentirsi esente da un possibile danno nei confronti del brand che rappresenta o per il quale lavora. Occorre riferirsi ad una corretta formazione e consapevolezza dei metodi e delle finalità di un piano per la Food Defense.

IN CONCLUSIONE

Parlare di concetti come la “filiera corta” a la “food defense”, senza voler entrare troppo nei tecnicismi, è sicuramente molto importante per la sensibilizzazione e la creazione di un “consumatore informato”.

Da non dimenticare infatti che, tra gli obiettivi della agenda 2030, al punto 12 rientra quello di “garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”: promuovere cioè la gestione e l’uso efficiente delle risorse naturali, oltre alla riduzione della produzione di rifiuti e il dimezzamento dello spreco pro capite globale di rifiuti alimentari.